Per accedere ai bonus affitto e rendere dunque meno gravoso il peso economico dell’abitare, bisogna combattere con il documento mancante, i requisiti e i bandi locali. Ecco come funziona.
Ovviamente non basta dichiarare di vivere in un appartamento e di avere un reddito compatibile con la richiesta di un aiuto da parte dello Stato. Serve innanzitutto l’attestazione di residenza effettiva. Per provare che l’immobile affittato è davvero l’abitazione principale del richiedente, e che la casa in questione è regolarmente registrata e riconosciuta dall’anagrafe comunale. Occorre poi capire in che modo, localmente, le istituzioni intervengono a sostegno delle fasce più deboli con dei bonus dedicati all’affitto.

Il bonus affitto 2025 va inteso come un contributo economico fino a 2.000 euro destinato a sostenere chi vive in locazione. Talvolta questi soldi arrivano come contributo diretto sul canone mensile. In altri casi, possono essere recuperati sotto forma di detrazione fiscale, come succede per esempio per lavoratori e studenti. Poi c’è il caso in cui il bonus avviene come rimborso aziendale, per neoassunti o trasferiti.
Contrariamente a quel che si potrebbe pensare, il bonus affitto non è gestito a livello nazionale. Si tratta di un aiuto affidato a Regioni e Comuni. E ciò significa che ogni territorio decide se e come attivarlo, con quali fondi e secondo quali criteri. Attualmente, sono solo nove le Regioni che hanno ancora disponibilità economica per versare questo tipo di bonus ai richiedenti nel 2025.
Come accedere al bonus affitto nel 2025: il documento davvero indispensabile
E bisogna anche capire quali sono i documenti richiesti. Non c’è uniformità: ogni istituzione locale può far valere regole differenti. In generale, abbiamo accennato all’importanza della residenza. Occorre poi avere un ISEE entro certe soglie stabilite. Infine c’è bisogno anche di un altro importante documento: per avere il bonus affitto, in molti casi bisogna dimostrare di vivere effettivamente nell’immobile da almeno sei o dodici mesi.

E non è finita qui, dato che tocca poi fare i conti con le graduatorie. Proprio in quest’ottica, per scalare posizioni e accedere al bonus affitto, ogni documento conta. Ecco perché i possibili beneficiari si affannano a recuperare ISEE aggiornati, stati di famiglia per dimostrare la presenza di minori e certificazioni di disabilità. Il punto è infatti poter presentare nella richiesta documenti utili a costruire un punteggio.
Appare poi importante non compiere errori nella compilazione. Basta un niente affinché la domanda possa essere invalidata. Per accedere al bonus, i requisiti comuni sono quelli reddituali e residenziali. Ci vuole, come anticipato, un ISEE entro soglia. E di solito tra 7.000 e 20.000 euro, a seconda del bando. Indispensabile poi è dimostrare la residenza effettiva nell’immobile affittato, che deve essere abitazione principale. Ci vuole pure il contratto di locazione registrato. Ed è importante una certificazione che dimostri la permanenza nel domicilio da almeno un tot di mesi. A tutto ciò bisogna poi aggiungere qualche altro documento: per il bonus affitto è infatti fondamentale la documentazione integrativa in caso di famiglie numerose e disabilità.
In Lombardia, il bonus arriva fino a 2.000 euro, ed è concesso a richiedenti con ISEE sotto i 15.000 euro. Ci vuole la residenza da un anno e la priorità è data a giovani e famiglie con minori. A Roma, l’ISEE deve essere sotto i 14.000 euro e l’aiuto arriva a un massimo di 1.800 euro, con focus per gli studenti e i lavoratori in trasferta. A Napoli, l’ISEE deve essere sotto i 10.000 euro e l’aiuto arriva a 1.200 euro.