Regime forfettario: il tetto massimo per il 2026 sarà questo (limite guadagno)

Il regime forfettario riavvolgerà il nastro a partire dal 2026: ecco tutti i dettagli e quale sarà il limite massimo per accedere. Cosa cambierà il prossimo anno.

Riservato alle persone fisiche, il noto regime forfettario è dedicato ad attività d’impresa, arti e professioni. Categorie alle quali fanno parte le ditte individuali, i commercianti, gli artigiani, i liberi professionisti con la partita Iva.

Regime forfettario, nuove regole nel 2026
Regime forfettario: il tetto massimo per il 2026 sarà questo (limite guadagno) – Montecampioneskiarea.it

Il suo nome deriva dal fatto che il reddito imponibile si calcola applicando una coefficiente di redditività fisso derivante dalla categoria Ateco di provenienza relazionato ai ricavi o ai compensi percepiti. Un esempio pratico. Se il mio coefficiente come professionista è del 74%, pagherò imposte solo sul 74% dei miei compensi. Il regime forfettario è stato introdotto con la Legge numero 190 del 2014, poi Legge di Stabilità 2015, ed ha sostituto di fatto il vecchio regime dei minimi.

Dunque chi aderisce non paga l’Iva, non la detrae né la addebita, non è soggetto all’Irap e non applica ritenute d’acconto. I beneficiari del regime pagano un’imposta unica sostitutiva all’Irpef e delle addizionali che è pari al 15% dell’ordinario o al 5% nei primi 5 anni di attività purché sia nuova. Come già accennato, hanno accesso al regime forfettario solo le persone fisiche che abbiano ricavi o compensi non superiori agli 85mila euro l’anno.

Regime forfettario, ritorno al passato: la nuova regola per tutti

Due limitazioni su tutte: non bisogna superare i 20mila euro per le spese per lavoro dipendente o per i collaboratori e non è possibile esercitare attività verso vecchi datori di lavoro. L’obiettivo di quest’ultimo punto è quello di evitare l’abuso delle cosiddette finte partite Iva che mascherano in realtà rapporti di lavoro veri e propri. A vigilare sul tutto è l’Agenzia delle Entrate, cui spettano anche verifiche e controlli annuali a partire dai dati dichiarati.

La stessa Ade nel 2026 ha introdotto, o meglio reintrodotto, una regola già in vigore in passato. A partire dal 1 gennaio del prossimo anno non potranno avere accesso, o comunque restare, nel regime forfettario i soggetti che nel 2025 hanno percepito redditi come dipendenti o pensioni superiori ai 30mila euro. Si tratta di un limite che esisteva già ma che era stato alleggerito quest’anno attraverso la Legge di Bilancio 2025. Di conseguenza, il tetto era stato innalzato a 35mila euro.

Regime forfettario, novità nelle regole nel 2026
Regime forfettario, ritorno al passato: la nuova regola per tutti – Montecampioneskiarea.it

Bisognerà sempre prestare molta attenzione ai conteggi. Se è vero che non si calcolano gli arretrati o altre somme da tassazione separata, fa fede il reddito percepito nell’anno anche se un rapporto di lavoro è terminato. Uniche eccezioni se si è già pensionati o si è stati assunti al 31 dicembre.

Dunque nel 2026 si torna a 30mila euro di reddito o pensione per l’anno precedente. Resta sempre presente il limite principale del regime forfettario. Ovvero, non bisogna superare gli 85mila euro di ricavi o compensi percepiti l’anno. Se si supera tale soglia ma si resta sotto i 100mila euro si resta nel forfettario solo per l’anno in corso. Superati i 100mila euro, invece, si passa immediatamente al regime ordinario con obbligo di versare l’Iva e di rettificare l’imposta.

Come sempre, anche nel 2026 per accedere al regime forfettario non ci sarà necessità di nessuna autorizzazione preventiva. Si tratta di un passaggio naturale per chi ha i requisiti: basterà indicarlo nel modello apposito oppure darne comunicazione nella prima dichiarazione dei redditi utile.

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