Anche chi non presenta il modello 730 può comunque ottenere il rimborso delle spese mediche. Come procedere fra franchigia e documentazione.
Il modello 730, introdotto negli anni ’90 per semplificare la vita ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, è il documento fiscale che consente al contribuente di ottenere rimborsi in tempi rapidi, spesso direttamente in busta paga o nella pensione. Con il 730, per esempio, si possono detrarre o recuperare le spese mediche. Il rimborso vale per le spese sostenute dal dichiarante, per i familiari a carico e, in certi casi, anche per familiari non a carico con reddito basso.
Le spese mediche detraibili o rimborsabili sono varie. Dalle visite mediche generiche e specialistiche alle prestazioni chirurgiche e i ricoveri ospedalieri. Il recupero è possibile pure per analisi, esami di laboratorio, TAC, risonanze ed ecografie e diverse prestazioni, come quelle rese da psicologi, fisioterapisti, eccetera. E poi si può recuperare un po’ della spesa fatta per comperare i farmaci. Ma solo se acquistati con scontrino parlante. Un documento specifico che riporti la natura del prodotto, il codice fiscale dell’acquirente e l’importo.
Il 730 è comodo: è precompilato e chiaro. Per detrarre le spese mediche bisogna compilare il Quadro E, sezione I. Al rigo E1 si inseriscono le spese sanitarie generiche. Nel rigo E2 vanno le spese per persone con disabilità. Dal rigo E3 all’E6 ci si mettono le spese specifiche. Chi ha un sostituto d’imposta (cioè un datore di lavoro o l’INPS), va in automatico… Ecco perché il 730 appare come la via più breve per recuperare il 19% delle spese mediche sostenute.
Ma non tutti possono o vogliono usare il 730. E qui si pone il problema. Chi non interagisce con il fisco tramite il modello 730 che deve fare? La soluzione è il modello Redditi Persone Fisiche, quello che un tempo si chiamava Unico. Il modello Redditi Persone Fisiche è un po’ più complesso del 730, e su questo ci sono pochi dubbi, ma consente le stesse detrazioni e gli stessi rimborsi. L’interessato deve quindi compilare il quadro RP, dove indicare le spese sanitarie sostenute da sé e per i familiari a carico. Ci sono delle regole da rispettare, ovviamente.
Bisogna tenere in conto la franchigia. Anche in questo caso, cioè senza 730, il contribuente può detrarre dalle spese mediche solo la parte che eccede i 129,11 euro. Occorre poi allegare una documentazione ad hoc. Servono fatture, ricevute fiscali, scontrini parlanti. Purtroppo non basta dire “ho speso questo…”, bisogna dimostrarlo.
Se una parte della spesa è stata rimborsata da un’assicurazione o da un fondo sanitario, quella parte lì non è detraibile. In pratica, solo ciò che si è effettivamente pagato di tasca propria può essere recuperato. Il principio di base è sempre lo stesso. Se un contribuente ha speso per la propria salute, lo Stato gli riconosce uno sconto sulle tasse. Il modo attraverso cui si comunica quanto si è speso, 730, ex Unico o altri modelli, conta fino a un certo punto.
Cambiano semmai i tempi di rimborso. Il rimborso dal modello Redditi Persone Fisiche può richiedere un po’ più tempo rispetto al 730. Questo poiché non è gestito direttamente dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico. Di norma, l’Agenzia delle Entrate, lascia passare un mese o due dopo l’approvazione della dichiarazione offerta dal contribuente.
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