Molti contribuenti hanno già ricevuto o riceveranno presto delle lettere da parte dell’Agenzia delle Entrate. Come bisogna comportarsi.
Ogni volta che arrivano a casa delle comunicazioni da parte dell’AdE, è inevitabile preoccuparsi. Lettere del genere, recapitate senza preavviso e caratterizzate spesso da un tono formale e perentorio, mettono ansia soprattutto in chi è abituato ad aspettarsi brutte sorprese da parte dell’Agenzia dell’Entrate. La paura principale è che la comunicazione sia propedeutica a un accertamento fiscale imminente.
Nel caso specifico, le lettere non sono sanzionatorie. Ciononostante i contribuenti sono chiamati a rispondere alle richieste fatte dall’autorità fiscale. I destinatari di queste lettere sono i titolari di Partita IVA. E le comunicazioni sono tese a segnalare anomalie tra fatture, scontrini e dichiarazioni. Dunque, chi ha ricevuto o riceverà la comunicazione deve il prima possibile verificare i dati e, se necessario, correggere o giustificare le discrepanze. In caso contrario potrebbe incorrere in controlli e sanzioni.
L’Agenzia delle Entrate ha infatti avviato una nuova campagna, inviando migliaia di lettere a titolari di Partita IVA. Ogni lettera inviata dall’Agenzia delle Entrate ha a che fare con la denuncia di anomalie riscontrate nei dati fiscali. In particolare, gli inviti di compliance riguardano la regolarità delle fatture elettroniche o dei corrispettivi telematici, cioè degli scontrini emessi. E, ovviamente, le dichiarazioni IVA.
E conviene collaborare. Cioè impegnarsi a regolarizzare spontaneamente la propria situazione prima che scattino dei controlli formali. Come anticipato, le discrepanze rivelate nelle lettere possono riguardare fatture emesse ma non dichiarate e scontrini trasmessi ma non coerenti con i ricavi dichiarati.
Tutti questi dati sono racconti dall’Agenzia delle Entrate incrociando le informazioni provenienti dai registri elettronici e dai sistemi di trasmissione automatica. Individuando incongruenze tra quanto dichiarato e quanto effettivamente registrato, l’AdE fa scattare la comunicazione.
Chi riceve una tale comunicazione deve accedere al proprio cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate e verificare i dati segnalati. A quel punto tocca correggere eventuali errori attraverso la dichiarazione integrativa. Se invece le anomalie sono giustificate, bisogna chiarire la situazione. Anche se le anomalie derivano da errori tecnici od omissioni nella trasmissione dei dati (per colpa quindi del commercialista o di un uso scorretto del software gestionale), i contribuenti devono rispondere personalmente di questi dati.
In generale, è meglio non ignorare la lettera. Se non si risponde o non si correggono le anomalie, l’AdE potrebbe infatti avviare dei controlli formali e ragionare su sanzioni amministrative più o meno gravi. Le lettere che stanno circolando fanno parte della campagna di compliance preventiva del fisco. Non sono quindi ingiunzioni di pagamento. Sono comunicazioni da intendere come tentativi di favorire la regolarizzazione volontaria.
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