Una famiglia, un desiderio e una costruzione al limite dell’architettura: il Castello della Pietra è oggi visitabile, ma non prima di conoscerne i segreti.
Di architetture strane, in Italia, ne siamo pieni – dalla casa più sottile del Paese alla città immaginaria della Scarzuola. C’è chi le crea per pura arte, chi per sfidare le leggi della fisica e chi per un intento ben diverso. Cercarne il senso è inevitabile quando ci si imbatte in un castello come questo, lontano dai centri abitati (più di molti altri) e incastonato tra due enormi rocce; anzi, costruito dentro di esse.
Ma questo luogo non è solo fascino visivo: è anche storia, cultura e leggenda. Una meta perfetta per chi vuole scoprire un luogo suggestivo immerso nella natura. Dopo essere stato abbandonato e dimenticato per anni, il castello è tornato visitabile nel 1993 e, vi assicuriamo, vale la pena vederlo e conoscerne la storia. Facciamo però un passo indietro nel tempo, quando – ironia della sorte o scelta voluta – venne costruito proprio dalla famiglia Della Pietra.
Costruirlo lì non fu una scelta comoda – ma fu una scelta geniale. La famiglia Della Pietra, nel pieno del XII secolo, decise di scolpire la propria roccaforte direttamente tra due enormi torrioni di puddinga, in un punto dove il paesaggio sembra chiudersi su se stesso. Non era solo questione di estetica; da quella posizione si controllava l’unico collegamento tra Genova e la Pianura Padana. Merci, cavalieri, viandanti – tutto passava di lì. E loro, da lassù, guardavano tutto.
Ma il Castello della Pietra non è solo pietra. È anche storie, misteri e racconti sussurrati tra le fronde. Come quello del ponte del diavolo, a pochi passi da qui: si dice che il demonio l’abbia costruito in una notte, pretendendo in cambio l’anima del primo che lo avrebbe attraversato. Zan, un contadino, lo fregò mandandogli avanti il cane. Da allora, leggenda vuole, il ponte è salvo – e l’uomo pure. C’è anche chi giura di aver visto streghe danzare sul pianoro davanti al castello, durante le notti di luna piena.
Oggi il castello domina ancora la gola del torrente Vobbia, nel cuore verde del Parco Naturale Regionale dell’Antola, a circa un’ora da Genova. È aperto da aprile a ottobre (nel 2025 è aperto fino al 26 ottobre) e si raggiunge a piedi con una camminata tra i boschi, seguendo il Sentiero dei Castellani. L’auto si lascia giù, si sale con scarpe comode e un po’ di fiato – ma la vista, quando si apre, ripaga tutto. Perché vederlo lì, incastonato tra le rocce, è come scoprire che certe leggende, ogni tanto, sono fatte di pietra vera.
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