Incapienza fiscale è per molti contribuenti un concetto anodino, ma è fondamentale capire come funziona il sistema per non perdere bonus.
Nel sistema fiscale nazionale, lo Stato non restituisce direttamente denaro al contribuente. Aiuti, incentivi, rimborsi e sussidi si muovono spesso sotto forma di sconti. In pratica, lo Stato restituisce al contribuente liquidità agendo sulle imposte dovute, scontando una parte delle spese sostenute in ambiti necessari o utili. Come per esempio le spese relative all’istruzione o alla cura, per ristrutturare casa o migliorarne l’efficienza energetica.

Il meccanismo in questione è quello delle detrazioni. Il contribuente spende e lo Stato gli riconosce una percentuale di quella spesa. Ovviamente, non in contanti. Il recupero avviene grazie alla riduzione dell’IRPEF, che è l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Per capire bene cos’è l’incapienza fiscale, è sufficiente pensare al caso emblematico di un pensionato con reddito minimo. Oppure a una famiglia monoreddito quasi sotto la soglia di povertà. Questi contribuenti pagano pochissima IRPEF, perché il loro reddito è basso. E proprio qui entra in gioco il concetto di incapienza fiscale… Per lo Stato, se l’imposta da pagare è inferiore alla detrazione spettante, la parte eccedente si perde. Non ci sarà dunque rimborso. E non sarà nemmeno possibile accumularla negli anni o trasferirla.
E così capita che certi bonus, come quelli edilizi, che sono pensati per aiutare tutti e per favorire l’ammodernamento del patrimonio immobile nazionale, finiscono per favorire chi ha redditi medio-alti. Cioè quei contribuenti che hanno abbastanza IRPEF da scontare. La coppia monoreddito che mette i pannelli solari, magari dopo aver chiesto un prestito a una banca, invece, non può recuperare nulla, perché non ha imposta da cui detrarre.
Come evitare di perdere bonus e detrazioni per via dell’incapienza fiscale
Gli incentivi universali, come per esempio i bonus edilizi, sottolineano dunque una disuguaglianza strutturale. Per via dell’incapienza fiscale, molto spesso, chi ha meno, riceve meno. Oppure nulla. Ecco perché i contribuenti studiano strategie per non subire il peso di questo meccanismo.
Una possibile soluzione è quella di intestare l’immobile o far sostenere le spese a dei familiari con capienza fiscale. Per esempio genitori o altri parenti con redditi più alti, in modo che ciascuno possa sfruttare le detrazioni per la propria quota fiscale. Un’altra strategia utile è quella del frazionamento dell’intervento edilizio in più interventi separati. Si può anche distribuire la spesa in più anni, in modo da poter posizionare le detrazioni in più annualità con capienza fiscale.

Si potrebbe anche considerare l’utilizzo di facciate separate. Oppure di quote di proprietà distinte. Una soluzione utile per creare più soggetti fiscali che possano fruire delle detrazioni. Il problema è che queste strategie sono spesso percepite come azioni troppo complicate o possono essere messe in atto soprattutto da aziende e professionisti. Sì, sono soluzioni che necessitano sempre di un’attenta valutazione tecnica e di un supporto fiscale da parte di un commercialista. Ma non bisogna spaventarsi.
Laddove possibile agire in questo senso, conviene comunque provarci, dato che per molte famiglie potrebbe significare non perdere migliaia di euro in agevolazioni. Sembrano trucchi ma sono soluzioni legali e pratiche per ottimizzare l’uso delle detrazioni. A oggi tali strategie sono però adottate soltanto da pochi contribuenti.