C’è un’importante scadenza fiscale per tutti i pensionati: l’Agenzia delle Entrate permette di saltare il pagamento solo in alcuni casi.
Tre, fondamentalmente, sono le possibilità di esonero dal pagamento in programma nei prossimi giorni anche per tantissimi pensionati: la scadenza vale anche per alcuni dipendenti ancora in attività. Resta di certo importante conoscere i termini ultimi precisi per soddisfare la richiesta dell’Agenzia delle Entrate. Partendo comunque dal presupposto che, in presenza di determinate condizioni, i contribuenti non devono preoccuparsi dell’obbligo.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i pensionati sono tenuti a preoccuparsi di alcune scadenze fiscali. Chi è in pensione percepisce infatti un reddito che è soggetto a una tassazione specifica. Ovvero l’IRPEF. E se dalla dichiarazione dei redditi emerge un debito fiscale superiore a una certa soglia, anche i pensionati devono versare gli acconti.
La scadenza imminente riguarda appunto il secondo acconto IRPEF. Di base, l’ente pensionistico agisce come sostituto d’imposta, trattenendo l’acconto direttamente dalla pensione. Qualora il pensionato abbia altri redditi per esempio derivanti da affitti o investimenti, dovrà inevitabilmente interfacciarsi con l’Agenzia delle Entrate per corrispondere la tassazione.
A ogni modo, il secondo acconto IRPEF può essere evitato se il contribuente prevede di avere un’imposta inferiore rispetto all’anno precedente. I pensionati devono quindi calcolare se rientrano nei casi di esclusione… Magari per questioni di reddito, per via delle detrazioni o delle spese deducibili.
L’AdE ha spigato in diversi comunicati che è possibile modificare il secondo acconto direttamente nel modello 730, indicando un importo inferiore o pari a zero. Lo si fa sempre a proprio rischio: se il calcolo è errato, i pensionati dovranno poi di pagare già che non hanno versato e delle sanzioni.
La scadenza da segnare per i pensionati: chi deve versare il secondo acconto IRPEF
I pensionati che devono all’AdE il secondo acconto IRPEF dovranno rispettare la scadenza del 30 novembre 2025, così come previsto dal calendario fiscale ordinario.

Potranno evitare il pagamento coloro che hanno maturato un reddito inferiore rispetto all’anno precedente, come per esempio accade per chi ha affrontato un pensionamento recente o una riduzione di altri redditi. L’altro caso che apre alla possibilità di evitare il versamento del secondo acconto IRPEF è l’aumento delle detrazioni o delle deduzioni, come quelle relative alle spese sanitarie, agli interessi su mutui o per i figli a carico.
Non si paga anche con la previsione di un’imposta finale più bassa rispetto a quella dell’anno precedente o in base alla presenza di compensazioni con crediti d’imposta già disponibili. In tutti questi specifici questi casi, i contribuenti possono modificare l’importo del secondo acconto nel modello 730 o nel modello F24, anche indicandolo pari a zero. Ma meglio evitare furbate: l’AdE se ne accorge!