Il toast è il massimo della praticità: due fette di pane in cassetta, un ripieno qualsiasi, un minuto nel tostapane, ed è pronto. Ma bisogna stare attenti a cosa si compra.
Per fare un toast, l’elemento essenziale è il pane. Tutto il resto è accessorio. La sottiletta, per esempio, può starci o non starci. Stessa cosa per gli affettati e le altre possibili farciture: si procede a gusto o in base alla disponibilità. Non può invece mancare il pane. Non quello di casa. In termini di praticità è di resa, è molto meglio usare il pane in cassetta o banbauletto che dir si voglia.

Non dovrebbe però essere un mistero per nessuno il fatto che questo tipo di pane non è al 100% salutare. E poi bisogna anche aggiungerci il problema della tostatura. Ma sentito parlare di reazione di Maillard? Si tratta di quel fenomeno chimico che rende il pane dorato e profumato, ma che può poi facilmente sfuggire di mano, generando acrilammide. Cioè, una sostanza potenzialmente cancerogena. Se il pane viene tostato troppo, insomma, si rischia.
Con i toast, poi, è normale dover rinunciare al contenuto di alcune vitamine del gruppo B. In realtà, tali vitamine sono già scarse nel pane raffinato. Ecco perché è importante cercare del pane di qualità per i propri toast. Partendo da un dato inconfutabile: il banbauletto è un alimento ultra-processato. Quindi, molto spesso contiene additivi in eccesso, conservanti, zuccheri aggiunti e grassi vegetali raffinati.
L’associazione Il Salvagente ha di recente analizzato quattordici marchi di panbauletto, tra cui quelli a marchio Lidl, Esselunga e Carrefour. E ha scoperto delle cose agghiaccianti. Di base, ha trovato quasi ovunque tracce di pesticidi, glifosato e micotossine, anche se entro i limiti di legge. E ha poi chiarito come mangiare spesso toast con questo tipo di pane possa davvero far rischiare un’intossicazione ai consumatori: l’effetto da evitare è quello cocktail, ovvero di mischiare e sommare troppi contaminanti.
Toast contaminati: attenti al panbauletto Certosa di Lidl e l’integrale di Esselunga
L’obiettivo de Il Salvagente era appunto quello verificare tramite dei test la presenza di glifosato, pesticidi e micotossine nel banbauletto bianco o integrale venduto nei supermercati. E alla fine l’associazione ha trovato glifosato in cinque campioni, con concentrazioni minime ma comunque presenti. E ricordiamo che il glofosato è considerato probabile cancerogeno dall’IARC.

Poi ci sono i pesticidi, che sono risultati presenti in quasi tutti i prodotti. Robaccia come piperonylbutoxide, tebuconazole, alfa e cypermethrins. Tutti contaminanti sospettati di interferire con il sistema endocrino. Infine, nei campioni è stata travata dell’ocratossina A, ovvero una micotossia mediamente pericolosa. I livelli più alti di questo contaminante sono stati scoperti nel panbauletto Certosa di Lidl e nell’integrale Esselunga.
Il panbauletto Carrefour non è tra quelli con i livelli più alti di contaminanti, ma ne contiene comunque, sia in versione bianca che integrale… L’analisi ha scoperto anche del deossinivalenolo, che è presente in sei campioni, pure se sempre sotto i limiti di legge. Solo un prodotto integrale bio, quello venduto da Conad, è risultato completamente privo di pesticidi e glifosato. Tutti gli altri: bocciati senz’appello!