Quanto prendi di pensione? Con questa cifra salti il Canone RAI nel 2026

Anche per il 2026 il canone RAI va inteso come una sorta di tassa universale: devono pagarla tutti, almeno implicitamente. Una possibile esenzione è connessa alla pensione.

Nel 2025, il canone RAI ammonta a 90 euro l’anno. Una cifra che viene addebitata direttamente sulla bolletta elettrica. Ecco perché si parla di una tassa universale: tutti, in teoria, usufruiscono del servizio pubblico, perché tutti hanno un televisore in casa o comunque sfruttano dispositivi elettronici come pc, tablet e telefoni con cui poter guardare i canali della tv pubblica.

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Quanto prendi di pensione? Con questa cifra salti il Canone RAI nel 2026 (Foto: AnsaFoto) – montecampioneskiarea.it

La legge prevede delle esenzioni. Ovvero dei casi in cui il contribuente non è chiamato a versare il canone. Tali casi sono disciplinati dall’articolo 1, comma 153 della Legge n. 208/2015, ovvero dalla Legge di Stabilità 2016 del Governo Renzi che ha introdotto l’addebito del canone RAI direttamente nella bolletta elettrica. Una precedente nota ministeriale del 2012 chiariva invece cosa s’intende per “apparecchio televisivo” ai fini dell’obbligo, inserendo nel novero anche i dispositivi digitali.

Le esenzioni sono gestite tramite autocertificazione all’Agenzia delle Entrate, che poi deve verificare i requisiti e deve comunicare all’operatore elettrico l’esonero effettivo. Secondo la normativa vigente le categorie esonerate dal canone RAI nel 2026 saranno le stesse degli anni precedenti. Dunque, chi non possiede la tv e nessun altro apparecchio atto a ricevere i canali audio-televisivi, le forze armate e NATO, italiane e straniere di stanza in Italia, diplomatici e consoli e invalidi ricoverati in RSA.

L’esenzione è prevista anche per alcuni pensionati. Ci sono però dei requisiti anagrafici e reddituali. Il pensionato che non vuole pagare il canone deve essere un over 75 e deve avere un reddito annuo familiare inferiore a 8.000 euro. Dunque, non deve avere alcun convivente con reddito. Stranamente, le persone con disabilità non hanno diritto all’esenzione, salvo casi molto specifici. Non basta essere invalidi, nemmeno con riconoscimento ai sensi della Legge 104. L’esonero è, come abbiamo spiegato, previsto solo se si è ricoverati stabilmente in una RSA, non si possiede alcun televisore e se nessun familiare vive nella casa intestata all’utenza elettrica.

La logica del requisito incrociato per i pensionati nell’esenzione del canone RAI anche nel 2026

Sì, la burocrazia italiana ha una vera passione per i requisiti incrociati. Non basta essere poveri, bisogna anche essere vecchi. E non basta essere disabili, bisogna anche essere soli. È una logica che premia, diciamo così, la marginalità estrema. Punendo poi chi è fragile, fisicamente ed economicamente, ma ha la colpa di avere ancora un legame minimo con la società. Eppure moltissimi pensionati e tanti invalidi vivono con pensioni minime, spesso sotto i 600 euro mensili.

Anziane sedute su una panchina e, sullo sfondo, il cavallo della RAI
La logica del requisito incrociato per i pensionati nell’esenzione del canone RAI anche nel 2026 – montecampioneskiarea.it

Queste persone, se non hanno 75 anni, devono pagare il canone, dato che la legge non li considera “esonerabili”. Poi, anche nel caso in cui si rientri nei requisiti, bisogna muoversi autonomamente per chiedere l’esonero. Per non pagare nel 2026 il canone RAI bisognerà ancora compilare un’autocertificazione sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

In questo documento bisogna dichiarare di essere ricoverati, senza TV, over 75 e senza familiari nella casa intestata. A questo punto, si invia l’autocertificazione via PEC o raccomandata entro il 31 gennaio 2026. Ed è un processo che richiede delle minime competenze digitali, con accesso a moduli e capacità di navigare e autenticarsi sul sito istituzionale. Tutte cose che, paradossalmente, molti invalidi e molti anziani non sanno o non possono fare.

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