In una recente intervista, Rose Villain ha parlato del suo legame profondo e doloroso con la madre e di un evento che l’ha segnata in modo indelebile.
La cantante milanese è in un momento assai felice della sua vita: gode di un grande successo musicale, ha trovato la stabilità affettiva con un uomo di cui è innamorata e ha tanto da dire e sperimentare nel suo futuro artistico ed esistenziale. Ma la sua vita colorata è appesantita da alcune ombre… Rose Villain non vuole nasconderle, né negarle: sa che il dolore può essere trasformato in potenza creativa.

In una recente intervista concessa a Vanity Fair Italia, l’artista trentaseienne a suo agio con l’urban, il rap e il pop, ha evocato la figura materna, lasciandola emergere come una sorta di musa… Il pubblico apprezza Rose Villain per la sua musica dinamica e sensuale, ma in pochi conoscono i primi passi più sperimentali della sua carriera, la lunga fase di studio che l’ha portata a confrontarsi con il punk, l’elettronica più estrema e l’avanguardia. E nell’intervista, l’artista ha parlato del suo successo, del legame con il marito e produttore Sixpm e soprattutto del suo legame profondo e doloroso con una persona che non c’è più.
Rose Villain ha infatti parlato anche della mamma. Ha raccontato con grande sincerità del dolore sperimentato con la perdita della madre, avvenuta quando lei aveva solo quattordici anni. Un evento che ha giocoforza segnato profondamente la sua vita. E che ha dato una direzione precisa anche alla sua estetica musicale. La madre di Rose era malata di cancro, la cantante milanese ha vissuto la malattia della genitrice quando era un’adolescente confusa. Da qui un senso di impotenza e un dolore che ancora oggi la accompagna.
L’artista ha descritto la madre come una figura forte, elegante, ma anche fragile, con qualche lato un po’ più oscuro. Una donna che le ha trasmesso una certa sensibilità nei confronti della bellezza e che l’ha saputa introdurre all’importanza per la profondità emotiva.
Rose Villain ricorda la mamma: “La sua assenza è il mio lato oscuro“
L’assenza della mamma ha lasciato a Rose Villain un vuoto: la cantante si è sentita quasi senza identità e struttura, ed è per questo che ha cercato di andare a fondo nella musica e nella scrittura: l’arte l’aiuta a sentirsi più piena e centrata. “Mi manca ogni giorno“, ha detto la cantante. “La sua assenza è il mio lato oscuro“.

Quindi è come se Rosa Luini usasse Rose Villain, cioè il suo alter ego artistico, per esplorare a fondo il proprio lutto, vivere la rabbia e il dolore che dipendono dal trauma subito con la scomparsa della mamma. “Aveva i suoi demoni e io li vedevo, faticava a trovare il suo posto nel mondo. Credo ci sia una familiarità, nell’ansia soprattutto. Ho avuto attacchi di panico. Il primo è stato alle elementari…”, ha raccontato ancora l’artista milanese.
Poi la confessione su una remora mai superata. “Durante la sua breve malattia, ho avuto poco tempo e veramente non le sono stata a fianco. Ero più arrabbiata che dispiaciuta per lei. Sarà il cruccio della mia vita“.