In giro per l’Italia è possibile trovare alcune affascinanti stazioni ferroviarie: alcune conservano vecchi vagoni, altre sono diventate arte a cielo aperto.
Come negare che i luoghi abbandonati, oggi, esercitano un fascino irresistibile. C’è chi li trova angusti o persino brutti, eppure c’è anche chi riesce a vedere oltre le macerie. In quei muri scrostati e in quei binari arrugginiti si percepisce la storia di un luogo che un tempo viveva intensamente, ma che per ragioni economiche, logistiche o semplicemente perché superato dal progresso, si è improvvisamente fermato. Nessuna ristrutturazione, nessun viaggiatore in attesa: solo il ricordo e il fascino di un’architettura rimasta immobile.

E in questa nicchia non si parla soltanto di borghi dimenticati, ma anche di strutture nate come luoghi di lavoro. Le ferrovie, in particolare, conservano tecnologie passate che per decenni hanno accompagnato milioni di spostamenti quotidiani.
Oggi molte linee sono state abbandonate, chiuse perché troppo costose da mantenere, sostituite da percorsi più moderni o semplicemente rese inutili dal calo del traffico. Ma proprio per questo, restano lì a testimoniare un pezzo di storia che continua a parlare, anche nel silenzio.
Le ferrovie abbandonate più suggestive d’Italia
Tra le tante linee dismesse sparse lungo la penisola, ce ne sono alcune che riescono a conquistare più di altre, spesso arricchite da vecchi vagoni, ponti arrugginiti e persino installazioni artistiche. Qualche esempio?

La prima è la Spoleto–Norcia, considerata una delle più belle ferrovie d’Italia. Oggi è stata riconvertita in un percorso ciclabile e di trekking, ma conserva ancora il tracciato originale con gallerie e viadotti che sembrano usciti da un film. Non si trovano vagoni dimenticati, ma il fascino sta proprio nella possibilità di camminare o pedalare dove un tempo correvano i treni, immersi tra boschi e montagne umbre.
Ben diversa è la ferrovia di Selinunte, in Sicilia, che attraversa dune e tratti selvaggi fino a toccare il mare. Qui i binari arrugginiti convivono con la sabbia e la vegetazione, regalando quell’immagine vintage. Il punto più fotografato è il vecchio ponte rosso sul Belice, arrugginito ma ancora intatto. Davvero suggestivo.
C’è poi la piccola stazione di Villarosa (sempre in Sicilia), rinata come un museo a cielo aperto. Qui sì, i vagoni ci sono davvero, trasformati in spazi espositivi che raccontano storie e memorie legate alla ferrovia. Questo è senza dubbio tra i più amati.
E poi una chicca anche al Nord: il Museo Ferroviario Piemontese di Savigliano, in provincia di Cuneo. E no, non è solo un museo, ma un vero parco ferroviario a cielo aperto, con più di duecento rotabili storici: locomotive a vapore, carrozze, carri merci. Un luogo che ci fa fare un tuffo nel passato dell’Italia che viaggiava su rotaia, con l’impressione che, da un momento all’altro, qualcuno possa salire sul predellino e gridare “in carrozza!”.
Troppo lontane? La cosa interessante è che esiste un sito per trovare linee ferroviarie abbandonate in tutta Italia (ferrovieabbandonate.it), con il database e tutte le informazioni sullo stato attuale. Da provare!