Giovanni Allevi ha rotto il silenzio sulla sua triste malattia; il pianista ha raccontato che gli resta poco da vivere.
Il pianista e compositore ascolano, protagonista di un travolgente e trasversale successo nei primi anni ’00, sta lottando da qualche anno con un mieloma multiplo, un tumore che colpisce le cellule del midollo osseo. Giovanni Allevi ne parlò per la prima volta nel 2022, quando annunciò di dover mettere in pausa la sua carriera per curarsi.
Nello stesso periodo, Allevi ha dovuto anche affrontare un gravissimo lutto familiare: sua sorella, anche lei malata da tempo, si è suicidata. Anche per reagire a questa sconvolgente esperienza e nonostante l’aggravarsi del proprio tumore, Allevi ha continuato a comporre musica. Nel 2024 è tornato a esibirsi al Festival Sanremo, come ospite speciale.
Da allora, non si è più parlato tanto di lui. Poi, qualche giorno fa, Giovanni Allevi ha concesso un’intervista a Il Corriere della Sera, per presentare il suo docufilm Allevi – Back to Life, che partecipa alla Festa del Cinema di Roma. Ciò che Allevi ha raccontato a Il Corriere lo ha ribadito poi anche sui social, e tutti si sono preoccupati: il pianista ha infatti rivelato che gli resta ancora poco da vivere.
“Secondo le statistiche, mi restano due anni di vita“, ha detto Allevi. Dopodiché, confermando che il suo spirito positivo e giocoso non si è arreso, ha aggiunto: “Ma io festeggerò i novantacinque“.
“Ecco quanto mi resta da vivere“, le dichiarazioni di Giovanni Allevi
Allevi ha anche raccontato di essere alla ventitreesima infusione di un farmaco che non è chemioterapia… Sta affrontando un trattamento che lo fa stare male per dieci giorni, con dolori ossei e febbre. Una terapia che dovrebbe rinforzare il tessuto osseo.
La sua vita è dunque caratterizzata da lunghi ricoveri. Ma neanche questo sembra abbattere lo spirito del musicista. “È bellissimo quando alla fine dell’infusione ti portano il budino al cioccolato“, ha scritto sui social, sotto una foto in cui sorride con la flebo attaccata al braccio.
Nello stesso post, il pianista evoca anche la musica: “Il supporto della flebo avverte che il farmaco è finito con il suo caratteristico suono sulle note dell’accordo di Re settima“.
Il musicista classico ha descritto la sala d’accettazione dell’Istituto dei Tumori come un tempio. Un luogo a suo modo sacro, dove si incontrano “guerrieri” e dove la sofferenza diventa solidarietà e ci si abbraccia senza parole. Tutti ormai, direttamente o indirettamente, sanno purtroppo cos’è un tumore. E le parole di Allevi, anche sotto flebo, daranno fiducia a molte persone disperate.
